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Mammaliturchi è Alfredo De Luca, cantautore classe ’92, forse romano, forse siciliano o magari nessuna delle due. Dopo un'infanzia apolide tra Italia e Turchia, a 18 anni si trasferisce a Roma, dove inizia a suonare con diverse formazioni. Nel 2018 si stabilisce a Santiago del Cile e inizia ad esibirsi in piccoli club con live set di musica elettronica. Lontano da casa, comincia a scrivere e registrare le sue prime canzoni, riscoprendo i maestri della musica italiana e appassionandosi al rock argentino/cileno.

Ritornato in Italia, parallelamente alla sua professione di scenografo, nel 2022 pubblica i singoli "Cordigliera", "Camilo" e "Melanina", che anticipano "Marsa", il suo disco d'esordio (Vetrodischi).

"Mamma li turchi" si urlava quando dalla costa si vedeva arrivare lo straniero, ed era subito il panico. La città di turno improvvisamente interrompeva la routine quotidiana per prepararsi all’incontro con un nuovo mondo. Chi si preparava per la guerra, chi per la sconfitta, c’era chi festeggiava e chi già si lamentava.
Alcuni, curiosi, attendevano l’arrivo nascosti tra le bancarelle ormai abbandonate, mentre altri si chiudevano in chiesa a pregare. Tutti ugualmente pervasi dalla paura ma magari anche segretamente attratti dal nuovo mondo che gli si manifestava di fronte.
 
 
Mammaliturchi, con le sue canzoni, prova a parlare di tutto ciò: dell’incontro di mondi diversi, della tensione che crea il loro scontro. In questo contesto le epoche e i luoghi esistono, con tutti i loro orpelli e aspetti più folcloristici, ma in un ordine cronologico che può cambiare e su una mappa che piegandosi su sé stessa può far coincidere parti del mondo lontanissime.

Marsa è un termine che viene dall’arabo antico e che racchiude diversi significati: il porto, l’attracco, il mare, dove assistiamo all’incontro, alla paura e alla magia della scoperta.
Marsa è anche una delle tante parole che rappresentano il retaggio di un’invasione passata, un’espressione dal significato complesso che richiama suoni e sapori lontani.

Nell’album di Mammaliturchi, il cantautorato italiano incontra la psichedelia e l’influenza dei tanti ascolti che hanno accompagnato l’autore nei suoi anni di vita in giro per il mondo. I maestri del rock argentino e cileno anni’80, lo psych-rock anatolico turco degli anni ’70, il folk siciliano e tanto altro, tutto tenuto insieme da un sound polveroso, come le cose vecchie ma preziose ritrovate in una casa abbandonata.

L'album è stato anticipato dal singolo "Cordigliera", un viaggio che racconta e mette a contrasto due paesaggi diametralmente opposti: le distese desolate della Patagonia cilena e la città. Natura e paesaggio antropizzato, che nell'antichità erano ben delimitati e distinti, oggi si mescolano e confondono continuamente creando un terzo paesaggio. La scoperta di un mondo nuovo e incontaminato porta con sé scene ed immagini della metropoli: ecco quindi che si possono scorgere bestie antiche tra i palazzi o una radura in mezzo al bosco si può trasformare magicamente in una dancehall.

Altri due singoli hanno anticipato la pubblicazione dell'album "Marsa":

"Camilo", una canzone che arriva all'improvviso, come il colpo di pistola che uccise Camilo Catrillanca durante l'estallido social cileno del 2019. Mammaliturchi racconta le vicende del barrio alto tra i suburbs borghesi della città, spostandosi poi improvvisamente nei quartieri popolari più in basso, tentando di mettere insieme due realtà così lontane anche se a pochi isolati di distanza nella stessa città.

 

Melanina racconta, al ritmo lento delle onde, storie diversissime ma che iniziano o finiscono sempre nel mare: c'è un signore che si gode la sua bella estate. Poco lontano c'è un barcone dove si chiede ad un pesce che passa di raccontare la città appena lasciata. In mezzo, un mare, lo stesso mare, che puzza di sangue e crema abbronzante. Sullo sfondo Dio, la morale cattolica e poi Allah, che poi sicuramente sono la stessa cosa.